D.ssa Tiziana Schiavo

Video Sorveglianza

D.ssa Tiziana Schiavo

Video
Sorveglianza

Quando possono essere installati Sistemi di Videosorveglianza?

Per i soggetti pubblici, quando siano necessari allo svolgimento di funzioni istituzionali; per i privati, quando siano necessari per adempiere ad obblighi di legge o per tutelare persone e beni da aggressioni, furti, rapine, atti di vandalismo. In ogni caso, prima di installare un sistema di videosorveglianza, occorre valutare se esso sia realmente necessario agli scopi perseguiti e non violi i diritti di altri, o se non siano, invece, sufficienti altre misure: ad esempio, i sistemi d’allarme o l’impiego di personale di vigilanza Cosa accade negli ambienti di lavoro?
Lo statuto dei lavoratori all’articolo 4 dello statuto dei lavoratori stabilisce che gli impianti audiovisivi dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori possono essere impiegati esclusivamente:

  • per esigenze organizzative e produttive;
  • per la sicurezza del lavoro;
  • per la tutela del patrimonio aziendale.

Non è ammesso l’uso di telecamere in spazi riservati ai lavoratori: bagni, spogliatoi, docce, armadietti e luoghi ricreativi.
Prima di installare gli impianti audiovisivi sul posto di lavoro però si dovrà trovare un accordo con il sindacato aziendale, ove presente. Nel caso in cui non vi siano in azienda le rappresentanze sindacali sarà necessario chiedere specifica autorizzazione alla Direzione Territoriale del lavoro competente per territorio, mediante apposita modulistica. Per procedere all’installazione degli impianti audiovisivi bisognerà informare preventivamente tutto il personale e quindi si dovrà segnalare la telecamere con appositi cartelli in modo da renderle ben visibili a tuti i lavoratori.
Inoltre il datore di lavoro dovrà nominare un incaricato che si occuperà di gestire i dati registrati dall’impianto di videosorveglianza in modo tale da tutelare la privacy dei dipendenti. Le immagini acquisite tramite l’impianto di sorveglianza non potranno essere conservate per più di 24 ore da quando sono state registrate salvo particolari esigenze.

Procedura di attuazione della videosorveglianza

Un’azienda che vuole installare telecamere di sorveglianza sul posto di lavoro, prima di mettere in funzione l’impianto, deve:

  1. Informare i lavoratori interessati fornendo un’informativa privacy;
  2. Nominare un responsabile alla gestione dei dati registrati;
  3. Posizionare le telecamere nelle zone a rischio evitando di riprendere in maniera unidirezionale i lavoratori;
  4. Affiggere dei cartelli visibili che informino i dipendenti ed eventuali clienti, ospiti o visitatori della presenza dell’impianto di videosorveglianza;
  5. Conservare le immagini per un tempo massimo di 24-48 ore;
  6. Formare il personale addetto alla videosorveglianza;
  7. Predisporre le misure minime di sicurezza;
  8. Predisporre misure idonee di sicurezza atte a garantire l’accesso alle immagini solo al personale autorizzato;
  9. Nel caso in cui le videocamere riprendano uno o più dipendenti mentre lavorano (è escluso il caso in cui sono ripresi mentre entrano o escono dal luogo di lavoro) si deve procedere ad un accordo con le rappresentanze sindacali aziendali o, in mancanza, con la DPL (Direzione Provinciale del Lavoro) e ottenere l’autorizzazione all’installazione dei dispositivi elettronici di controllo a distanza (mediante apposita modulistica).

Caso telecamere finte o nascoste

Si potrebbe pensare che, per evitare noie burocratiche, sia possibile installare delle semplici telecamere finte, ottenendo l’effetto di deterrenza senza dover seguire alcun iter burocratico. Sarà capitato a tutti di entrare in un negozio, in un parcheggio, in un centro commerciale o in un palazzo e di trovare una videocamera di sorveglianza che ci sorveglia monitorando i nostri movimenti.  Vi siete mai chiesti se la videocamera in questione era un giocattolo astutamente posizionato con l’unico scopo di intimidire eventuali malintenzionati? Anche se può sembrare una soluzione economica e vantaggiosa, non è così che funziona. Infatti, installare una videocamera finta a scopo di deterrenza è vietato e ha una serie di controindicazioni che spesso non vengono considerate ma che possono ritorcersi contro il proprietario, nonostante le migliori intenzioni.
Oltre alla soluzione con telecamere finte c’è chi pensa di  mettere telecamere nascoste (telecamere spia) per sorprendere eventuali comportamenti scorretti di clienti, dipendenti o altri. In realtà anche questa soluzione è vietata, anche se l’obiettivo è quello di tutelare i beni e le persone presenti.

Quando possono essere installati Sistemi di Videosorveglianza?

Per i soggetti pubblici, quando siano necessari allo svolgimento di funzioni istituzionali; per i privati, quando siano necessari per adempiere ad obblighi di legge o per tutelare persone e beni da aggressioni, furti, rapine, atti di vandalismo. In ogni caso, prima di installare un sistema di videosorveglianza, occorre valutare se esso sia realmente necessario agli scopi perseguiti e non violi i diritti di altri, o se non siano, invece, sufficienti altre misure: ad esempio, i sistemi d’allarme o l’impiego di personale di vigilanza Cosa accade negli ambienti di lavoro?
Lo statuto dei lavoratori all’articolo 4 dello statuto dei lavoratori stabilisce che gli impianti audiovisivi dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori possono essere impiegati esclusivamente:

  • per esigenze organizzative e produttive;
  • per la sicurezza del lavoro;
  • per la tutela del patrimonio aziendale.

Non è ammesso l’uso di telecamere in spazi riservati ai lavoratori: bagni, spogliatoi, docce, armadietti e luoghi ricreativi.
Prima di installare gli impianti audiovisivi sul posto di lavoro però si dovrà trovare un accordo con il sindacato aziendale, ove presente. Nel caso in cui non vi siano in azienda le rappresentanze sindacali sarà necessario chiedere specifica autorizzazione alla Direzione Territoriale del lavoro competente per territorio, mediante apposita modulistica. Per procedere all’installazione degli impianti audiovisivi bisognerà informare preventivamente tutto il personale e quindi si dovrà segnalare la telecamere con appositi cartelli in modo da renderle ben visibili a tuti i lavoratori.
Inoltre il datore di lavoro dovrà nominare un incaricato che si occuperà di gestire i dati registrati dall’impianto di videosorveglianza in modo tale da tutelare la privacy dei dipendenti. Le immagini acquisite tramite l’impianto di sorveglianza non potranno essere conservate per più di 24 ore da quando sono state registrate salvo particolari esigenze.

Procedura di attuazione della videosorveglianza

Un’azienda che vuole installare telecamere di sorveglianza sul posto di lavoro, prima di mettere in funzione l’impianto, deve:

  1. Informare i lavoratori interessati fornendo un’informativa privacy;
  2. Nominare un responsabile alla gestione dei dati registrati;
  3. Posizionare le telecamere nelle zone a rischio evitando di riprendere in maniera unidirezionale i lavoratori;
  4. Affiggere dei cartelli visibili che informino i dipendenti ed eventuali clienti, ospiti o visitatori della presenza dell’impianto di videosorveglianza;
  5. Conservare le immagini per un tempo massimo di 24-48 ore;
  6. Formare il personale addetto alla videosorveglianza;
  7. Predisporre le misure minime di sicurezza;
  8. Predisporre misure idonee di sicurezza atte a garantire l’accesso alle immagini solo al personale autorizzato;
  9. Nel caso in cui le videocamere riprendano uno o più dipendenti mentre lavorano (è escluso il caso in cui sono ripresi mentre entrano o escono dal luogo di lavoro) si deve procedere ad un accordo con le rappresentanze sindacali aziendali o, in mancanza, con la DPL (Direzione Provinciale del Lavoro) e ottenere l’autorizzazione all’installazione dei dispositivi elettronici di controllo a distanza (mediante apposita modulistica).

Caso telecamere finte o nascoste

Si potrebbe pensare che, per evitare noie burocratiche, sia possibile installare delle semplici telecamere finte, ottenendo l’effetto di deterrenza senza dover seguire alcun iter burocratico. Sarà capitato a tutti di entrare in un negozio, in un parcheggio, in un centro commerciale o in un palazzo e di trovare una videocamera di sorveglianza che ci sorveglia monitorando i nostri movimenti.  Vi siete mai chiesti se la videocamera in questione era un giocattolo astutamente posizionato con l’unico scopo di intimidire eventuali malintenzionati? Anche se può sembrare una soluzione economica e vantaggiosa, non è così che funziona. Infatti, installare una videocamera finta a scopo di deterrenza è vietato e ha una serie di controindicazioni che spesso non vengono considerate ma che possono ritorcersi contro il proprietario, nonostante le migliori intenzioni.
Oltre alla soluzione con telecamere finte c’è chi pensa di  mettere telecamere nascoste (telecamere spia) per sorprendere eventuali comportamenti scorretti di clienti, dipendenti o altri. In realtà anche questa soluzione è vietata, anche se l’obiettivo è quello di tutelare i beni e le persone presenti.

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